Caro Comandante...
- mesposito238
- 3 feb
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“Michele è come il padre...”.
Pronunciando queste parole, in una vita che sfumava lenta e dolente, mi ha lasciato un regalo irripetibile.
Caro Comandante, sentendo quel nome che in quel momento non era neanche il mio, lei ha scritto la più bella delle dediche su quella fotografia che pochi giorni prima mi aveva regalato suo figlio Dario.
E stamattina, come nella trama del più doloroso dei film, per caso che non vorrei fosse un caso, quella fotografia l’ho ritrovata sfogliando le pagine del libro che avrei voluto leggere. Il destino, prima ancora del messaggio sul telefonino, mi stava annunciando che lei, Caro Comandante, non c’era più.
Nel frastuono del silenzio ora abbraccio con tutto l’amore che posso le sue parole, belle come quelle che sembravo osservare inebetito mentre la intervistavo nella sua alta e orgogliosa uniforme.
Ogni volta che la incontravo, Caro Comandante, dopo quel giorno in cui io ho perso un padre e lei un amico, mi accarezzava con gli occhi bagnati dalla memoria. Sgranava i ricordi con un affetto sentito e non dovuto. Con la forza di chi sa solo combattere non mi compativa, ma mi dava coraggio, raccontandomi che fossi destinato a vivere, non a sopravvivere. In lei trovavo la più amabile delle sponde alla mia memoria. Con la cantilena dei suoi generosi aneddoti mi faceva sentire orgoglioso di essere figlio di mio padre.
Caro Comandante, il percorso è compiuto. Sono felice che un pezzo l’abbia fatto insieme a me.
Adesso lei va via con onore e la sua sciabola attaccata al fianco. Non in alta uniforme, ma vestito da padre, da uomo elegante nell’essere non nell’apparire.
Non vorrei ma smetto di scrivere perché solo con il silenzio si può sfuggire alla retorica della morte, della vita e del dolore. Le parole, che io amo così tanto, sono effimere, il silenzio rispettoso.
Le prometto che di pomeriggio tornerò a guardare dalla finestra della mia camera. Sono certo che la vedrò passeggiare fianco a fianco con suo fratello, appiccicati in una chiacchierata talmente solenne da riuscire a sentirla a distanza.
La ringrazio, Caro Comandante, per ogni sua parola, per l’audacia che mi ha aiutato a ritrovare e soprattutto per i suoi occhi lucidi che conserverò insieme alla sua dedica e alla nostra fotografia.

Bari 2 febbraio 2025
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